LA VECCHIA FORD MODELLO T E IL MISUNDERSTANDING LINGUISTICO – SOGNO DEL 21/11/2014

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Nel vissuto onirico di questo sogno si mescolano una vecchia Ford modello T, spaghetti al pomodoro, la lingua inglese e una strada che facevo spesso quando andavo in Svizzera per questioni mie.

Quella notte ero sicuramente andato a letto con una buona dose di fame arretrata poiché nel novembre del 2014 stavo facendo una dieta mirata a ottimizzare il mio tempo su i 20 km di corsa. Bah, magari potessi migliorare così tanto rinunciando a un semplice piatto di spaghetti !. Questa è l’unica spiegazione plausibile per la quale posso avere fatto un sogno così strano.

Il ricordo di questo sogno è divertente e reca con sé gli intensi profumi che principalmente sono legati al vecchio giardino della casa medievale dove abitavano le mie zie paterne. Ho un netto ricordo di quegli odori, così come ricordo gli enormi vasi di ortensie con fiori altrettanto enormi. Ma si sa. Tutti i ricordi dei bambini sono amplificati in virtù della relazione fra l’oggetto – il ricordo elaborato e la nostra dimensione dell’essere stati piccoli.

Comunque sia il finale del sogno è veramente divertente. Tutti a tavola per una grande spaghettata fra amici vecchi e nuovi, per stare allegri e non pensare alle rotture di scatole.

Buona lettura 

Il sogno inizia con me e mia moglie mentre di nascosto seguiamo un nostro vicino che è andato a comprare una nuova auto a causa del rumore emesso da quella vecchia. Io e la mia consorte seguiamo il tizio per un po’. Quando lui esce dal concessionario noi entriamo nell’autosalone e chiediamo informazioni al venditore . Vediamo il tipo di macchina scelta dal nostro vicino e ne siamo rinfrancati. Nessuna macchina rombante con rumori forti o altro, anzi si tratta di una vecchia Ford modello T che fa tanto nonna Papera. Usciamo dal concessionario e ci incamminiamo per una vecchia strada medievale che esiste realmente nella mia città . Entriamo in un antico portone e ci troviamo in una fabbrica a cielo aperto dove vedo un mio ex collega mentre armeggia con la sua moto.

La Harley del mio ex collega

Il collega dice che ha deciso di segare le parti laterali del serbatoio della sua Harley Dawson e che per questo motivo la sta smontando. La moto è magnifica, il telaio non sembra neppure sporco . Io mi chiedo perché sia necessario segare le paratie laterali del serbatoio e nel rispondermi anche lui non sembra tanto convinto

Nel frattempo entrano nostri amici (gente sconosciuta) e dicono che c’è da scaricare un camion di mele abbandonate dal proprietario in un vicino parcheggio. Io ho poca voglia di fare della fatica ma vado a vedere . Effettivamente il camion è parcheggiato sul bordo strada e le mele sono impacchettate una ad una con del cellophane . Sembrano pronte per la vendita come se dovessero essere depositate direttamente sullo scaffale di un supermercato. Noi passiamo oltre , con me c’è sempre mia moglie, il mio ex collega, e la comitiva di amici sconosciuti .

Entriamo nello stesso portone del palazzo medievale già incontrato prima e questa volta ci ritroviamo in un antico giardino con aranci e limoni deposti in grandi vasi di terracotta . Il colpo d’occhio è meraviglioso anche se i muri del fabbricato che lo circonda sono rovinati dal muschio e dall’umidità. Ci sono molti fiori ben curati e una antica rimessa per cavalli. Riconosco questo luogo. E’ la corte interna della casa delle mie zie paterne . In questa casa ho passato molta della mia infanzia . Nel sogno stento a riconoscerlo perché è molto diverso da come l’ho lasciato da piccolo . Tuttavia penso che se anche è diverso in realtà è sempre uguale.

Mentre gli altri passeggiano nel giardino io alzo lo sguardo e vedo che nella parte in fondo passa una strada che sembra essere rialzata rispetto al piano dove ci troviamo. Sembra che la corte interna e tutto il suo contenuto siano collocati in una grande depressione del piano stradale . Appena sotto la rete che divide il confine della nostra proprietà dalla strada pubblica vedo un cartello stradale. Reca la scritta SS211 Lomellina confine svizzero. Io esclamo ad alta voce quella è la strada che porta in Svizzera e che la conosco bene. Mi risponde una signora americana che si trova in visita al giardino (come se si trattasse di un museo) e mi chiede in inglese da dove vengo e se posso darle ragguagli su quel luogo .

Il cartello SS211 Lomellina direzione confine svizzero

Io le spiego che la mia città vanta una lunga tradizione medievale. Lei mi capisce al volo ma quando le dico che è una città medievale uso nella traduzione inglese il termine “medieval town”. Lei mi guarda e non capisce . Io le ripeto la parola “medieval town” perché sono sicuro della sua traduzione, ma ancora non capisce . Nel frattempo arrivano mia moglie, mia mamma, mia figlia e mia zia paterna. Si forma un piccolo capannello di persone che discutono animatamente sulla traduzione di “città medievale”. Io mi arrabbio molto e corro a prendere il mio iPad per usare Google translator. Penso che così facendo chiuderemo presto una vicenda che si sta oltremodo ingigantendo.

Torno dalla signora americana e vedo che è arrivato anche il proprietario del camion di mele. E’ agitatissimo e sta brandendo un pacco di spaghetti del tipo di quelli che si vendevano sfusi nelle drogherie del dopoguerra. Anche lui è infervorato nella discussione. Io guardo quel gruppo di persone e resto attonito. Adesso ci penso io. Accendo l’iPad e uso il traduttore di Google per cercare il termine e dimostrare a tutti che ho ragione io.

Nel frattempo arriva mia zia paterna e mi prende per il braccio. Dice che è ora di mangiare. Andiamo tutti a tavola che è ora di fare festa. A quell’enorme tavolata ci sono proprio tutti, gli amici sconosciuti, il camionista, mia moglie , mia figlia , mia madre, mia zia e anche la signora americana. Tutti si divertono e mangiano montagne di spaghetti al pomodoro che vengono offerti dal proprietario del camion di mele .

Guardo la tavola e mi accorgo che siamo molti di più dei personaggi che ho incontrato nel sogno fino a quel punto. Chi se ne frega . Stiamo lieti e mangiamo che nel domani non v’è certezza.

Buoni sogni a tutti.

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Questo racconto ha delle premesse ma in questo momento non le ricordo. La parte del sogno della quale ho memoria inizia quando i miei genitori vengono a trovarmi nella località alpina nella quale sono in vacanza. Mi sembra di riconoscere il luogo. Si tratta della frazione di Campo Tures che si chiama Acereto. Acereto è un piccolo paesino in Alto Adige che conterà non più di cinquanta abitanti. Spesso ci rechiamo in quel luogo di massima pace per ricaricare le batterie e per stare un poco tranquilli. Comunque nel sogno la zona ha stradine strettissime che passano fra i boschi. Sono le tipiche strade di montagna poco più che mulattiere. Io abito in una struttura che riconosco come la colonia estiva a Saltino nelle colline sopra Firenze dove andavo quando ero ragazzino.

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