Under the Dome e l’uomo di ombra e fumo – Sogno del 6 novembre 2014
Tempo di lettura : 4 minuti

Il sogno Under the Dome e l’uomo di ombra e fumo è sicuramente figlio del libro “La parete” della scrittrice austriaca Marlen Haushofer. La sua storia di vita fu intensa e travagliata. Storia travagliata come del resto molte lo furono nell’Europa quasi in guerra degli anni 30 e 40. Ma non vorrei tediarvi troppo e quindi vi rimando al relativo link di Wikipedia dove potrete troverete molte informazioni sull’autrice. Come antefatto del vorrei però dirvi che il libro è una delicatissimo racconto al femminile di trasparenza psicologica volta a contrastare il maschilismo imperante in quegli anni. Il sogno, opportunamente investigato con la tecnica del training autogeno, si mostrò a me come un chiaro esempio della necessità personale di affrancarsi da qualcosa o da qualcuno. Molti dopo continuo a pensare con curiosità ai protocolli di training autogeno relativi a questo sogno. I titoli, le immagini e i posizionamenti SEO di questo articolo sono stati generati con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale.

Vorrei augurarvi buona lettura nella speranza che qualcuno di voi incuriosito dall’introduzione di questo articolo si procuri il libro e lo legga. Costa pochi euro e sarà una lettura veramente indimenticabile.

Sono in una casa che non riconosco. Con me c’è mia moglie. All’esterno vedo un boschetto e un fiume. Sentiamo chiaramente il rumore dell’acqua che scorre verso valle. Il luogo sembra una comunità montana. Forse è mezza primavera ma la notte è piuttosto fredda. Per una qualche ragione avverto che siamo nella zona del bolognese. Sento rumori provenire dall’esterno, forse qualcuno vuole entrare in casa. Guardando dalle persiane socchiuse vediamo all’esterno l’ombra di uno sconosciuto che sembra illuminata dalla luna.

L'uomo di ombra e fumo

È un uomo che indossa un soprabito con il bavero rialzato e cammina con passo lento e deciso.  L’ombra si ferma dietro le finestre e la vediamo mentre cerca di guardare dentro . Non siamo preoccupati ma piuttosto curiosi di sapere chi possa essere quello sconosciuto. L’interno della casa è nel silenzio più assoluto. Sentiamo suonare il campanello .  Guardo in faccia mia moglie ma non ne vedo il volto. Mi ritrovo davanti alla porta di ingresso e sono indeciso se aprire la porta o meno. C’è un lampione acceso fuori dall’uscio che emana una luce giallina. Il tutto rende la scena molto inquietante . Apro lentamente la porta e un forte senso di pericolo mi assale . Non sto guardano in volto lo sconosciuto ma per una qualche ragione cerco di proteggermi guardando per terra.

L’uomo è fermo a pochi centimetri da me e io alzo lo sguardo. Lui non dice nulla e non fa nulla , è semplicemente fermo, immobile come se fosse congelato nel tempo . La scena è molto fredda e le pareti della casa sembrano ricoperte da ghiaccio. Io passo attraverso l’uomo come se fosse fatto solo di ombra e fumo. Sono sulla strada che è sul davanti della casa. E’ molto freddo e la notte è buia e profonda. I suoni sono scomparsi e la scena sembra congelata da un leggero strato di ghiaccio. Non mi volto ma so che l’uomo è sempre fermo immobile davanti alla porta d’ingresso. Non sembra vivo. La situazione è avvalorata dal fatto che quando ho attraversato l’uomo fatto di ombra e fumo ho provato un brivido freddo .

La cupola di vetro, la vecchia casa e il lampione acceso
La cupola di vetro, la vecchia casa e il lampione acceso. Sullo sfondo il monte Antelao

Adesso sono sulla strada davanti all’abitazione e davanti a me vedo un fungo enorme alto un paio di metri. E’ scuro e senza colore ma non mi sembra minaccioso. Il suo profilo si staglia nella notte del montagna che è illuminata solo dalla luna piena. Non ci sono luci. Solo la luna piena rischiara il tutto. Mentre mi avvicino cautamente al fungo, nella mia mente si fa largo una data. Nel sogno sto pensando intensamente al 17 novembre 2014. Alzo lo sguardo e vedo una stella cadente. Improvvisamente una forza irresistibile mi attrae verso l’alto. Mi sento sbriciolare come se fossi fatto di terra arida. Io stesso mi osservo da terra mentre prendo il volo fino a essere ridotto in polvere e a scomparire del tutto nel cielo che nel frattempo è diventato più luminoso. Mi ritrovo schiacciato contro il vetro di una enorme cupola che racchiude la casa e il luogo da dove provengo.

La cupola abbraccia un intero monte e la cittadina che è nella valle sottostante quindi è una costruzione gigantesca. La mia guancia è premuta contro il vetro o forse verso il campo di forza che raccoglie la scena sottostante. Non posso muovermi e ho la sensazione di essere paralizzato. Osservo l’ambiente esterno alla cupola. Siamo in montagna nei pressi del rifugio Galassi sul monte Antelao. La forza misteriosa che mi divide dal mondo sottostante tenta di proteggermi o almeno io avverto questa sensazione. Un senso di blu mi assale prepotente. Vorrei stringere o abbracciare qualcuno ma non so esattamente chi. Mia moglie che nella prima parte del sogno era con me, è ancora nella casa. So bene che sotto la sommità della gigantesca cupola di vetro non sono solo. Ci sono diverse persone che conosco (conosco in sogno ma non so chi siano nella realtà).

Inizio a scendere verso terra fluttuando lentamente nell’aria. Arrivo a terra nei pressi della casa. Ora è giorno e l’uomo fatto di ombra e fumo è sparito. Il lampione esterno sopra l’uscio di casa è ancora acceso. Mi dirigo verso l’uscita della cupola che è una tipica porta di sicurezza con apertura a spinta. La porta è semplicemente intelaiata nel vetro che costituisce il guscio di vetro. Sopra la porta c’è un cartello del tipo che segnala un pericolo. Lo vedo chiaramente, la scritta recita “mondo esterno”. Senza alcuna esitazione spingo il maniglione antipanico e apro la porta. Dopo un profondo respiro l’aria esterna piacevolmente fredda mi avvolge in maniera frizzante. Richiudo la porta dietro di me. E’ ora di andare in ufficio.