Murder in the Cathedral Sogno del 24 dicembre 2022
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Si ritorna dopo un po’ di sosta. Ben ritrovati a tutti i lettori di Occhialinelbuio.com. Ho deciso di pubblicare questo sogno dopo un po’ di riflessioni. Murder in the Cathedral narra di mio padre e del suo assassinio. Non preoccupatevi, non è un racconto drammatico e non voglio angosciare nessuno. Oltretutto non ho ancora analizzato in contenuto del sogno alla luce del TA superiore. Non vorrei quindi fornire indicazioni che potrebbero risultare fuorvianti.

Se però vi interessa, posso riportare che mio padre è venuto a mancare per cause naturali nel 2004 . Dal momento della sua dipartita  non sono mai riuscito a sognarlo e ciò mi ha molto stupito. Sono contento del fatto che sia avvenuto adesso e che non si tratti di un incubo

Tralasciando il ben più famoso  dramma di Eliot ambientato nel 1170, questo sogno non riporta avvenimenti drammatici o spiacevoli. Forse la figura di mio padre nel sogno non è neppure  centrale, forse è solo il desiderio di ritornare a stati di coscienza  più leggeri e meno complicati di quelli attuali. Ma poiché  quanto ricordo è sicuramente denso di simbologie altamente emozionali, è più prudente analizzare lo svolgimento prima di fare affermazioni su messaggi trasmessi dall’Io profondo.

Sono sul balcone della casa dove abitavo da bambino. Vedo mio padre che viene verso di me ma è sfuocato come se non fosse reale. La figura ha dei bordi vagamente indefiniti, un po’ evanescenti e fumosi. Il colore è quello sbiadito di una vecchia polaroid anni 70. Un tono un po’ giallo e un po’ rosso tipico delle foto di quell’epoca che sono state conservate a lungo all’interno di una vecchio libro.  Mio padre si dirige verso di me ma non cammina. Fluttua a livello del terreno . Nulla di angosciante, anzi, sento prepotente la voglia di abbracciarlo .

Il Gobbo di Notre Dame de Paris apre la porta della cattedrale e mi conduce dall’archivista

Papà parla e dice che è stato vittima di un omicidio operato da una entità oscura. Non si riferisce ad un gruppo ma ad una entità della quale non si è mai visto il volto poiché  nascosto dal bavero di un cappotto nero. Qualcosa deve accadere.  Finalmente abbraccio mio padre e sento una sensazione di calore molto forte. Lui parla ma io non sono più in grado di sentirlo. Però so che chiede giustizia. Avverto come un ronzio indistinto, mio padre  muove la bocca ma non sento alcun suono .

Il tutto si svolge al rallentatore. Io sono nella normale velocità della vita di tutti i giorni, mio padre è al rallentatore come se fosse avvolto o sospeso in un sogno. E’ dispiaciuto di questa difficoltà di comunicazione ed entrambi cerchiamo di comunicare.  Avverto che fra noi c’è una barriera. Desidera avvertirmi di qualcosa ma non riusciamo ad esprimerci.  Scambiamo alcuni biglietti . In sogno ho la sensazione di leggere ciò che vi è contenuto, ma nel momento nel quale riporto il racconto non ricordo quanto è riportato. Bruscamente mio padre indica la cattedrale cittadina i cui tetti si possono scorgere in lontananza. Mi fa intendere che è stato ucciso in quel luogo. Decido di partire.

In sogno una sveglia suona improvvisa. Non abbiamo più tempo,  le indagini devono iniziare. Esco di casa e mi reco presso la cattedrale. C’è molta nebbia e in giro non c’è nessuno. Sono le tre di notte. Arrivo alla cattedrale che è realmente esistente nella mia città. Suono il campanello e attendo che qualcuno apra il portone. Sento dei passi. Ho la netta impressione di vedere oltre il portale. Mi apre un inquietante vecchietto stile gobbo di Notre Dame. E’ contorto da fare paura. Ha lo sguardo torvo di un assassino, un volto rugoso di mela avvizzita e lunghi capelli radi completamente spettinati. Ecco l’assassino !. Il Gobbo mi parla e diche non è lui l’assassino. Sarebbe troppo facile. L’assassino vero è dentro che mi aspetta e io sono in ritardo. Il Gobbo fa segno di entrare.

Varco il portone e ci incamminiamo in leggera discesa verso le segrete della chiesa. Sento un rumore di catene come se mi trovassi in un girone infernale della Divina Commedia. Vedo bagliori rossastri provenienti da bracieri e colpi sordi di giganteschi martelli da maniscalco che provengono dalle segrete.  Il Gobbo è scomparso e sono solo.  Guardo in giro e chini sul loro lavoro vedo  due file di ragionieri vecchio stile con tanto di occhialini, visiere e mezzemaniche. Le due ali di lavoratori si estendono all’infinito per tutto il sotterraneo che improvvisamente è diventato gigantesco. Uno di loro si avvicina e dice che per scoprire l’assassino di mio padre devo compilare un modulo. Maledetto ! Anche in sogno la burocrazia mi perseguita. Compilo il modulo con tanto di codice fiscale. Arriva il capo archivista. Sembra Scrooge .

Questo sogno è stranissimo. L’archivista dice di seguirlo. Ci incamminiamo verso una delle due navate della cattedrale. Mi sta portando dall’assassino. Ai lati della navata ci sono file fitte di negozietti con tante piccole pizzerie e rivendite di spezie varie e generi alimentari tipici delle festività natalizie. Sento gli stessi profumi che avvertivo quando ero bambino. Cammino dietro l’archivista. Arriviamo in fondo alla navata. Su un alto trono è seduta la misteriosa figura in nero. E’ l’assassino! . Parliamo brevemente, è una persona amabile anche se rimane un criminale. Il volto non si vede. L’assassino è immerso nell’oscurità debolmente rischiarata dalla fioca luce dei ceri disposti ai lati. In sogno c’è un freddo da orsi polari. Mi riparo bene con cappello e guanti.  Sono gli stessi guanti e cappello che uso nella vita reale.

Cattedrale di Canterbury luogo dell’omicidio dell’Arcivescovo nel dramma del 1170

Chiedo alla misteriosa figura in nero il nome dell’assassino di mio padre. Lui risponde che certe cose non si possono dire. Certo, sono libero di riprendere le mie indagini, ma mi assicura che non scoprirò mai la verità. Sono deluso e torno verso l’uscita. Mi fermo un attimo a guardare i negozietti che ho incontrato prima e decido di fermarmi in una pizzeria tipo bistrot parigino. Ha l’aria falsissima di un set cinematografico di Hollywood ma nel complesso è carino. Tutti i colori dei materiali non sono veri, risultano sbiaditi e artefatti. E’ come se tutto fosse realizzato con il cartone.

Vedo mia moglie seduta ad un tavolo. Ci scambiamo un bacio e ordiniamo due pizze alla marinara. Sono veramente molto buone. Sono contento che mia moglie sia qui nel sogno. Quando non ha le sue paturnie per me ha sempre rappresentato un porto sicuro e una compagna che è in grado di ridurre la mia naturale agitazione.

Riguardo alle pizze ho l’impressione che siano le stesse che mangiavo la domenica sera in una piccola pizzeria della mia città. Quando la pizza sapeva di pizza e le acciughe di acciughe il mondo era migliore. Ricordo che da piccolo assieme alla pizza bevevo una cedrata così gialla e gasata che indulgeva in fortissimi sospetti già in un’epoca nella quale di sicuro non si parlava molto di sofisticazioni alimentari. Le bolle di quella sospetta cedrata erano così grosse che sembravano palline da golf e quando si tornava a casa le eruttazioni duravano una notte intera. 

Nella pizza trovo un biglietto segreto e ne sono stupito. Sono sulla strada giusta per risolvere il giallo dell’omicidio di mio padre. In sogno ho l’impressione di regredire improvvisamente all’età di 10-15 anni. Anche mia moglie mi guarda ma non è preoccupata. Sa bene che è solo una fase passeggera. Del biglietto ricevuto non ricordo il contenuto, forse perché, come diceva il Grande Gianni Rodari “quando si è piccoli l’autonomia dello stupore è breve”. Il sogno termina e io mi risveglio con una gran voglia di pizza.