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I meccanismi a protezione della nostra mente
Tempo di lettura : 3 minuti

Cari lettori,

in occasione della pubblicazione del racconto due parti “Sei donne e un mistero” vi avevamo promesso un post sui meccanismi a protezione della nostra mente. Tutti noi attuiamo questi meccanismi sia a livello conscio ce inconscio. Chiaro quindi che a maggior ragione l’argomento riguarda anche il nostro vissuto onirico.

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Per questo articolo scomoderemo il padre della moderna psicoanalisi Sigmund Freud e la figlia Anna. Cento anni dopo la loro pubblicazione, alcuni dei insegnamenti figli di quel tempo sono un po’ cambiati. La moderna psicoanalisi si è evoluta e ha superato molti concetti originari, tuttavia un certo numero di principi storici sono ancora oggi alla base dell’analisi psicoanalitica. Uno di questi è senz’altro il “meccanismo di autodifesa”. Il distacco, il rifiuto oppure la disconnessione sono concetti successivamente rielaborati da altri personaggi e in periodi più recenti rispetto a quelli di Freud e sua figlia. Nella psicoanalisi attuale si è tentato di dare loro una interpretazione alternativa ma alla fine i concetti base sono sempre gli stessi.

Quando c’è qualcosa che a livello conscio o inconscio ci ferisce o ci tocca in modo particolare, scattano in noi i meccanismi che ci consentono di sopportare meglio il dolore o la tensione che questi argomenti ci provocano. Le moderne cosiddette “cognizioni irrazionali” non sono altro che i principi già incardinati a suo tempo da Freud.  Per dirla meglio e in linea con i tempi moderni, queste “app” si accendono in maniera completamente automatica ma il loro funzionamento è sempre uguale. La nostra mente o il nostro IO viene protetto da un firewall che chiude le porte alle cose brutte. Pensate a un fusibile. Il principio è assolutamente identico. Quando c’è un corto circuito, il fusibile si brucia ma l’apparecchio elettrico rimane integro. Se fare ripartire la nostra mente fosse così facile come cambiare un fusibile ne saremmo tutti estremamente felici, purtroppo questi “sistemi salvavita” sono diversi e funzionano con modalità diverse.

Giusto per conoscerli da vicino ecco un breve elenco. Uno di essi è la Proiezione, ovvero l’addossare a terzi responsabilità che invece sono solo nostre. Il secondo meccanismo è la Repressione.  In questo caso si tratta di rifiutare o reprimere o nascondere ciò che ci ha ferito . La Negazione è infine il sistema più comune di affrontare i problemi. Ciò che neghiamo non ci può ferire. Questo meccanismo è molto utilizzato nelle relazioni altamente negative o tossiche. Questo sistema di protezione è anche molto utilizzato nella frenetica vita moderna che ci pone in continuazione di fronte a tensioni e comparazioni indesiderate.

Non aggiungiamo altro. Il web è pieno di spiegazioni in merito. Ognuno troverà i mezzi per approfondire nel caso sia interessato ad apprendere a pieno il funzionamento di questi meccanismi.  In chiusura vogliamo solo aggiungere che le tensioni interne provocate da queste “app” sono altamente dispendiose per la nostra mente e per il nostro corpo. Questo dispendio di energie è sempre fonte di malattie come la depressione o problemi fisici. Siate consci che ciò avviene solamente per autoinduzione. L’ideoplasia di cui più volte abbiamo discusso funziona in tutte le direzioni. Se siete in grado di plasmare la vostra mente in maniera negativa, ciò significa che sarete sicuramente capaci di plasmarla in maniera altrettanto positiva.  Personalmente penso sia quindi meglio affrontare i nostri problemi e investigare l’IO profondo con la tecnica del Training Autogeno Superiore. Al massimo scopriremo che non ci piacciamo così come siamo, ma accetteremo la verità insita in ciascuno noi e saremo in pace con noi stessi e con gli altri.

Che la forza del fusibile sia con voi.

 
Blue shield and the ghost in red – Sogno del 31/12/2022
Tempo di lettura : 4 minuti

Il sogno Blue shield and the ghost in red potrebbe anche potuto avere il titolo di Un’estate al mare. Ho deciso di intitolare il racconto in questo modo perché ciò che più mi ha colpito è stata la figura del fantasma rosso. Non saprei il perché, ma ragionando a posteriori la figura del misterioso figuro non è sembrata poi così centrale . Eppure in qualche modo sento che questo personaggio ha avuto un ruolo importante nel racconto. Sicuramente il sogno è un ottimo esempio del funzionamento dell’ideoplasia e della teoria dei colori del Lüscher che da trent’anni sono alla base dei miei training autogeni. Ne parleremo, ma non adesso. Per ora leggiamo il racconto e distendiamoci.

Buona lettura a tutti voi e se potrete, vi consiglio di indagare il vostro colore affettivo con il test del Lüscher.

Il sogno ha inizio in una grande struttura circolare semi interrata di uno stabilimento balneare. Il pavimento è coperto da spesse dune di sabbia come se la struttura fosse stata abbandonata da anni. Sembra una colonia-hotel tipica degli anni del fascio. Voglio dire che appare costruita con le forme tipiche dell’architettura circolare tipica dello stile impero. Dalle finestre filtra una debole luce biancastra a forma di lama. Vedo l’aria polverosa attraversare i raggi di luce che filtrano dalle imposte scardinate.

Colonia Fasci combattenti – Rieti

Sono rannicchiato in un angolo e non so che fare. La scena è immersa nel silenzio più totale. Al piano superiore di questa struttura so che ci sono le stanze per gli ospiti. Salgo le scale anche esse circolari. Queste scale conducono alla parte superiore dello stabilimento balneare-hotel. Giungo al primo piano e capisco che quella è la colonia dove andavo in montagna da piccolo. Lunghi corridoi separano due file di camere. Il corridoio è talmente lungo che non si riesce a scorgerne la fine.

Il tutto è immerso in una penombra mediamente poco rassicurante. Faccio un paio di passi e sento un fruscio davanti a me. Guardo ma non vedo nessuno. Mi fermo impaurito. Prima di procedere inforco gli occhiali da vista. Questo è molto strano perché anche nel sogno so benissimo di non averne più bisogno. Comunque sia voglio essere pronto a tutto. Di nuovo odo il rumore di prima . Non so che fare. Sono ore che cammino per il corridoio ma ancora non ne vedo la fine. Davanti a me c’è una scala, conduce sul tetto della colonia-hotel. Decido di salire. Sono sul tetto e la luce è veramente accecante, tipo deserto sahariano. Scorgo un’asta portabandiera. Guardo in alto e vedo che è la bandiera italiana. Accanto all’asta c’è il timone a ruota di una nave da crociera stile locandina del film Titanic. C’è anche un tavolino di alluminio anodizzato tipico dei bar di provincia con appoggiato sopra un Martini dry. Ancora sabbia tutto attorno a me. Mi chiedo seriamente cosa ci faccia un Martini dry su un tavolino da bar sul tetto di una struttura balneare abbandonata. Vedo che il liquido trema sempre più, come se un essere mostruoso stesse per raggiungermi con giganteschi passi. Non ho armi e non so come difendermi. Decido di ripercorrere le scale che mi riporteranno al piano terra dove tuto è iniziato .

The ghost in red – una fantasma amichevole

Improvvisamente la scena cambia e mi vedo rannicchiato con le spalle al muro presso il pian terreno dell’inizio del sogno. Tutto è immerso in una quantità paurosa di colore rosso pulsante. Sembra di essere in un buco nero che invece di essere nero è rosso ed emette luce rossa. Una figura vagamente umanoide e indefinita sta attraversando come un fulmine la stanza da parte a parte. Sbuca da un muro e scompare nell’altro. E’ una figura sfrangiata e distorta di colore rosso fuoco, sembra composta da sola luce anch’essa rossa. La scena si ripete più volte. Misuro gli intervalli delle apparizioni e vedo che il lasso di tempo fra una apparizione e l’altra è sempre lo stesso al millesimo di secondo. Stranissimo. E’ un fantasma che appare a intervalli regolari. Sono minacciato e devo reagire.

Ho l’impressione che il sogno sia in pausa. Quando la trama riprende mi ritrovo avvolto da un vortice di luce blu profondo. E’ uno scudo scuro ma luminoso nello stesso tempo. Nella realtà il colore dell’accoglienza è il mio colore affettivo contro la necessità di reazione offerta dal rosso. La tensione sta per essere spenta dal contrasto della calma. Nel sogno penso che gli anni di training autogeno hanno fatto il loro dovere.

The blue ultrashield protegge il mio Io profondo

Sono in piedi nel centro della stanza e aspetto che la figura attraversi l’ambiente come ha sempre fatto. Il vortice blu si sta spostando con me e man mano che avanzo il rosso diminuisce fino ad esserne circondato. Il fantasma passa a un millimetro di distanza da me. Appena l’essere misterioso è passato mi dirigo con calma verso la scala che conduce al piano superiore. In una camera trovo mia moglie che come al solito sta russando in compagnia di mia figlia. La scena che prima esprimeva solo polvere ed abbandono adesso è cambiata. Vedo qualche cameriere in giacca e cravatta che sta portando delle consumazioni nelle camere. Ci sono ospiti che passeggiano per il corridoio ma tutti sono vestiti come marinaretti di inizio secolo, inclusi di ombrellini parasole fin de siècle. La scena ha un sapore vagamente bohémien. Anche io sono vestito stile bon ton marinaresco con tanto di ridicola paglietta calcata in testa .

Mia moglie e mia figlia si sono svegliate , davanti alla colonia-hotel arriva la nostra carrozza da passeggio. Tutti saliamo sul calesse e ci dirigiamo verso il bagnasciuga al largo del quale avvistiamo alcune balene provenienti dall’artico. Il sogno finisce qui senza ulteriori colpi di scena. Bah !

Buon Martini dry a tutti e Save the whale 🙂

 
1947 Il test dei colori di Max Luscher
Tempo di lettura : 2 minuti

Prima di aprire l’argomento permettetemi di ringraziare il mio mentore Padre Pier Giovanni Fabbri, amico e illustre psicologo, autori di molti libri. Nelle interminabili serate di discussione e protocolli TAS accompagnò il nostro gruppo di studio alla scoperta dell’argomento specifico. A lui il mio grazie per avermi accompagnato con amicizia e professionalità in uno dei più tristi momenti della mia vita.

Per aspera ad alta

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