Come l’ideoplasia muove il pendolo – The Schultz’s story
Tempo di lettura : 2 minutiOggi vogliamo approfondire insieme a voi la straordinaria storia di Johannes Heinrich Schultz. Ma chi era realmente Schultz? Vi invitiamo a consultare questo link per acquisire una maggiore consapevolezza prima di immergervi nella lettura di questo articolo.
Più avanti parleremo di un fenomeno affascinante: l’ideoplasia, che rappresenta la straordinaria capacità della mente umana di produrre modificazioni corporee concrete e tangibili. Questo legame tra pensiero e fisicità è un tema di grande interesse, in grado di farci riflettere sul potere della mente sul nostro corpo. In passato, tale fenomeno veniva descritto come “effetto Carpenter”, un principio secondo cui le immagini mentali possiedono una forza tale da poter attivare e stimolare i muscoli coinvolti nei movimenti associati all’oggetto immaginato. Questo concetto ci mostra chiaramente come i processi mentali non siano separati dal corpo, ma possano influenzarlo in maniera diretta e profonda, evidenziando l’importanza delle interconnessioni tra mente e fisico.

Per cogliere appieno la portata dell’ideoplasia, è necessario comprendere che questo processo straordinario avviene sempre a livello inconscio. Esso opera sul nostro fisico indipendentemente dalla nostra volontà, dimostrando quanto la mente possa agire su di noi senza che ne siamo consapevoli. L’ideoplasia ci invita a riflettere sulle infinite possibilità che derivano dall’interazione tra pensiero e corpo, offrendo uno spunto per esplorare più a fondo il potenziale umano e la sua straordinaria complessità.
L’ideoplasia è un fenomeno naturale descritto da Schultz. Egli ipotizzava che il semplice pensare di compiere un movimento o un’azione potesse generare, a livello neurofisiologico, modificazioni elettriche nei neuroni del centro cerebrale responsabile di quel movimento. Questo effetto in ipotesi si estenderebbe parzialmente anche alle fibre nervose motorie dell’organo coinvolto.
Allo stesso modo, immaginare e visualizzare mentalmente stati come calma, pesantezza o calore o raffreddamento può realmente indurre tali condizioni nel corpo, soprattutto attraverso un adeguato allenamento. Il training autogeno si basa proprio su questo principio, favorendo l’interazione tra mente e corpo e attivando il processo ideoplastico in base al livello di pratica raggiunto.
Grazie a questo meccanismo, l’applicazione del training autogeno permette di apportare modifiche significative al funzionamento degli organi e degli apparati corporei. In concreto, ad esempio, immaginare che la propria mano destra sia pesante o calda può effettivamente indurre una sensazione reale di pesantezza o calore. Io personalmente uso questo processo per accedere alla commutazione autogena . Più in dettaglio utilizzo la visualizzazione del plesso solare caldo prima di effettuare l’osservazione passiva. Molti psicologi insegnano ai propri pazienti questo metodo di commutazione autogena. Non c’è nulla di pericoloso se l’esercizio viene guidato da professionisti del settore.

Per spiegare questo concetto, Schultz utilizzava la cosiddetta “prova del pendolo”. Invitava i suoi pazienti a tenere tra due dita l’estremità di un filo lungo circa 15-16 cm, al quale era appeso un piccolo pendolo di piombo, simile a quello usato da alcuni “veggenti” per predire il futuro o indovinare il sesso di un nascituro. Schulz chiedeva loro di rimanere immobili, con il braccio rilassato e il gomito piegato, e di immaginare un determinato movimento. Per esempio, potevano visualizzare un movimento circolare, un’oscillazione da destra a sinistra o un disegno a croce. Dopo pochi istanti, il pendolo cominciava invariabilmente a muoversi proprio come conseguenza del movimento che si era immaginato, nonostante il braccio restasse visibilmente immobile.
Questa apparente “magia” ha una spiegazione scientifica: quando immaginiamo un movimento senza compierlo, la corteccia cerebrale invia micro-impulsi motori (rilevabili solo con strumenti specifici) che, attraverso il filo, vengono amplificati, facendo muovere il pendolo. Provateci anche voi, male non vi farà e vedrete che l’esperimenti riuscirà proprio come è stato descritto.
MaxViator per Pendolinelbuio.com

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