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Wiener_Schnitzel
Wiener Schnitzel poesia di cotoletta alla viennese
Tempo di lettura : 2 minuti

Wiener Schnitzel, poesia alla viennese diceva Elke, una mia collega di lavoro tedesca di quando lavoravo a Troisdorf. Questa ricetta è un ricordo delle lunghe serate invernali passate in Germania con gli amici dove il buio arrivava presto e il freddo pungente ancora prima. Non è una ricetta difficile ma serve un po’ di manualità . In definitiva si tratta di una normale italianissima cotoletta ma chiamarla Wiener Schnitzel fa sempre chic e trasmette anche un pizzico di Belle Epoque.

Comunque mi ricorda tanto Magritte, forse perché anche a lui piaceva moltissimo ragionare sulla realtà delle cose. La wiener schnitzel è così. Una cosa reale, non nascosta, non imbottita. Insomma una onesta cotoletta che si fa dare del lei.

Un consiglio. Se non riuscirete a riprodurre le caratteristiche “onde” dite ai vostri commensali che non capiscono nulla di ricette internazionali e che la cotoletta doveva venire proprio così. Io lo faccio sempre.

Ingredienti

  • 300 gr. di fettine di fesa di vitello sottili battute
  • 1 uovo
  • pane grattugiato buono
  • farina 0
  • sale pepe
  • un limone bio per accompagnamento
  • olio di semi di arachide per friggere

Con il batticarne passare le fettine di vitello per appiattirle. La carne deve essere sottile ma non troppo. Usare due fogli di carta forno per appiattire la bistecca.

Fare andare l’olio in temperatura ma che non sia troppo giù di temperatura . E’ importante, l’olio deve essere caldo è una parte della tecnica di cottura. Fate la prova con lo stecchino, quando si formano le bollicine l’olio lo lasciate andare un po’ ed è pronto.

Asciugare in maniera devota la fettina dal sangue . Sbattere un uovo intero in una ciotola con un sospetto di pepe e sale.

Preparare la farina in un piatto a parte e il pane grattato anche esso a parte. Immergere la carne prima nella farina, poi nell’uovo poi nel pane grattato. Cuocere 5 minuti in tutto senza esagerare e usando una paletta per girare la fettina senza usare forchette.

Immergere poche fette per volta e con estrema attenzione sollevare un lato della padella. Il movimento ondulatorio dell’olio farà ondulare la fettina di carne attribuendole la sua classica caratteristica a “onda”.

Estrarre con la schiumarola e scolare dall’olio in eccesso. Servire con patate al forno al rosmarino (un classico di tutti i tempi) oppure con una vera e austriaca marmellata di mirtilli rossi servita a parte.

Accompagnare con una fetta di limone appoggiata a parte sul piatto di servizio.

Io lo trovo un piatto da meditazione, anche se per queste cose credo sia più indicata una spirituale zuppa di cipolle gratinata con un bicchierino di brandy o vino bianco secco. A volte ho servito la wiener schnitzel con crauti tedeschi mele e grani di ginepro. I crauti fatti con l’aceto sono veramente buoni ma bisogna esserci abituati. Ai miei non piacciono, io oramai dopo venti anni di lavoro all’estero sono irrimediabilmente contaminato da tutto ciò che ho mangiato in giro per il mondo e quindi li apprezzo come tali.

 
The Crime – Il mistero della bambina rapita – Sogno del 12/10/22
Tempo di lettura : 3 minuti

The Crime – Il mistero della bambina rapita. Forse sto vivendo un crimine, una bambina è stata rapita o forse si è solo smarrita. Sono in compagnia di mia moglie e ci troviamo a Roma città dove ho lavorato per molti anni. Il sogno si svolge sicuramente nel tempo passato. A posteriori rifletto che molti segnali coincidono. Un luogo passato di lavoro, la mia vecchia auto, io e mia moglie siamo più giovani dell’attuale età. Il sogno procede e sono conscio che mi trovo in quella città per ragioni di lavoro. Il narrato onirico è molto confuso e i ricordi sono abbastanza frammentati.

In questo sogno ci sono due capitoli. Ho quasi l’impressione che si tratti di pezzi di sogni diversi. Forse non sono contigui ma probabilmente collegati fra di loro. Nel sogno sono sicuro che c’è un filo conduttore fra i vari capitoli.

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die mauer_R
Aldilà del muro di cinta – Sogno del 26/09/2022
Tempo di lettura : 4 minuti

Quando si è piccoli tutto sembra più grande recita un celebre motto, ma col crescere tutto si ridimensiona aggiungo io. Del resto anche il poeta Gianni Rodari diceva che quando si è piccoli l’autonomia dello stupore è breve. Il sogno “Aldilà del muro di cinta” a mio parere tratta proprio questo argomento. Sognare un alto muro di cinta potrebbe sembrare negatività, senso di separazione e volontà di distacco. Ma facendo riferimento proprio a questi elementi posso affermare di non avere avuto sensazioni negative. Piuttosto, osservando il sogno alla luce del training autogeno, penso che per me si possa trattare di una separazione morale l’età giovanile e quella adulta.

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salsiccia e fagioli
Salsiccia e fagioli
Tempo di lettura : 2 minuti

Era il lontano ottobre del 2015 e avevo appena annotato nel mio libro il sogno “Il grande fagiolo viaggiante”. Dopo la stesura del sogno ,mi accorsi immediatamente che stava crescendo in me una prepotente voglia di salsiccia e fagioli. Manco a dirlo una grandissima ricetta delle tradizioni contadine. Salsiccia e fagioli non è un piatto che sicuramente si troverà nei ristoranti alla moda, forse più probabilmente potrete trovarlo in bettole, taverne buie e luoghi equivoci. Tutto di questo piatto mi riporta ai sapori genuini della giovinezza. Se preparato con materie prime di grande qualità questa ricetta è in grado di scatenare in voi il lato oscuro della forza.

Buon appetito

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giustizia
Giorgia, Bertold Brecth e il senso della giustizia Sogno del 16.09.01
Tempo di lettura : 3 minuti

“Ci deve pur essere un giudice a Berlino”, ebbe a dire il povero mugnaio Arnold nella Prussia del XVIII secolo, andando a cercare giustizia per il suo mulino ingiustamente perduto. Questa frase esprime un senso di giustizia che per quanto mi riguarda penso sia innato e profondamente istintivo. Quindi ho sempre pensato che in realtà il mugnaio reclamasse non tanto per il fatto in se ma per la profondità dell’ingiustizia palesemente subita.

Anche il grande Bertold Brecth sperava che in qualche modo e da qualche parte potesse esistere una giustizia vera e “giusta” la quale potesse essere percepita come elemento non formale della vita di tutti i giorni.  Era la modalità stessa con la quale egli scriveva i suoi racconti a testimoniare l’ironia formale con la quale Brecht percepiva il senso di giustizia. In gioventù ho letto molto di questo autore e ho sempre pensato che il suo pensiero mi si addicesse molto.

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Un colore per tutte le persone – Investigare l’Io con il Training Autogeno Superiore
Tempo di lettura : 3 minuti

“Fate qualcosa per voi stessi o vi ammalerete” dice una persona che conosco da anni. Ha ragione. Tante persone sono ammalate e non lo sanno. Non si tratta di eczemi o affezioni fisiche ben più gravi. Stiamo parlando di malattie che minano alla base il nostro Io profondo e che ci procurano un sacco di problemi. Alla meglio sono problematiche che nascondono le nostre infinite potenzialità. In entrambe i casi è comunque un grosso guaio.

“Un colore per tutte le persone” scriveva più di 30 anni addietro nel suo libro il dott. Padre Pier Giovanni Fabbri. Membro dell’ Ofs, psicologo, autore di diversi libri e stimato amico. Uno dei pochi appartenenti al clero che mi siano mai andati a genio. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Comunque sia proseguiamo nella nostra discussione. Vi dicevo della frase “un colore per tutte le persone”.

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